Quando le cose non le si cerca...

Quando le cose non le si cerca….. poi vengono da sé. E’ ciò che per strana combinazione mi è parso oggi di “vedere” nella visita che abbiamo fatto al Wadi Kelt. E precisamente al monastero di S.Giorgio e della Theotokos di Coziba, nel deserto di Giuda. Pochi chilometri da Gerusalemme ma sei già in pieno deserto. Rocce e dune sabbiose sulla strada che va da Gerusalemme a Gerico. Vi ricorda qualcosa questa strada?

 

Vi chiederete anche come mai siamo nel deserto se come gruppo dovremmo essere immersi nel ritiro e nel silenzio, preghiera e grandi meditazioni. Come vi spiegavo ieri, abbiamo terminato la prima settimana di “deserto spirituale” con la celebrazione dentro le rovine della basilica bizantina presso i padri Bianchi. Oggi era prevista una sosta di qualche ora dove potevamo dialogare fra noi ma anche trasferendoci fisicamente in un deserto vicino alla città che è pieno di significati e riferimenti biblici dell’Antico e Nuovo Testamento. Senza parlare poi di quelli extrabiblici.

 

Il deserto di Giuda è uno stupendo e selvaggio luogo e un panorama che unisce la durezza e il fascino del deserto stesso. Scendendo la strada verso Gerico e il Mar Morto si ammira da lontano la Giordania. Sotto, in un’oasi verde che contrasta con i colori giallo e rosso del deserto, la cittadina di Gerico. In lontananza si scorge il Monte Nebo, dove Mosè potè ammirare la Terra Promessa ma non vi potè giungere. La sua partecipazione alla missione di salvezza e di storia terminava con la sua morte su questo monte per dare il “testimone del viaggio della vita” a Giosuè.

 

Il fiume Giordano e l’area militare israeliana che scorre per tutto il fiume divide la Giordania da Israele. Ma questa zona dovrebbe in teoria appartenere all’Autonomia Palestinese. Ma tralasciamo di approfondire questo argomento di grande ingiustizia perché ci porterebbe lontano. Magari lo farò in un'altra riflessione.

 

Il fiume ora è solo un rigagnolo rispetto a ciò che noi immaginiamo dalle pagine evangeliche. Il battesimo delle genti che giungevano da molte parti per farsi battezzare da Giovanni il Battista. E un giorno vi giunse anche Gesù! I prelievi preventivi dell’acqua vengono effettuati da parte delle Autorità Israeliane per mandare avanti le decine e decine di serre che costeggiano le sponde del fiume. Qui vengono coltivati ortaggi di ogni genere, frutta, fiori, palme e molto altro. Il clima caldo di questa zona fa poi il resto. Molti di questi prodotti li troviamo poi nei nostri mercati europei, destinati quindi all’esportazione internazionale.

 

Ma torniamo alla nostra Theotokos (in greco Madre di Dio) di Coziba e del Wadi Kelt. Wadi è un termine arabo che significa torrente. Ce ne sono a centinaia in queste zone ma sono tutti aridi e secchi. Durante la stagione delle piogge raccolgono tutta l’acqua che discende verso il Mar Morto. Dobbiamo ricordarci che Gerico e il Mar Morto sono a 400 metri sotto il livello del mare. Quindi in piena discesa. Mare salatissimo e pieno di minerali. E’ l’unica città al mondo dove vi è una differenza così enorme di dislivello. E’ la famosa Rift Valley che passa anche dal Kenya. Parte dalla Siria e giunge fino al Mozambico passando diversi paesi africani. Da milioni di anni un pezzo dell’Africa si sta staccando dal continente. E poi fare il bagno nel Mar Morto è davvero uno spasso. Puoi leggerti davvero il giornale dentro l’acqua. Pensate che là nessuno è mai morto annegato. Provate a chiedervi perché?

 

Il Wadi Kelt è chiuso fra pareti di sasso, come un canyon, ai cui piedi scorrono le acque di Nahr al-Quelt, un canale d’ acqua che viene raccolta da vicine sorgenti e scende fino a Gerico. Secondo i vangeli apocrifi in questa solitudine si sarebbe ritirato s. Gioacchino a piangere sulla sterilità della sposa Anna. E qui avrebbe avuto la visione dell’angelo che gli annunziava la nascita della Vergine Maria. E allora ascoltiamo questo protovangelo di Giacomo:

 

Venne il gran giorno del Signore e i figli di Israele portavano le loro offerte. Ma Ruben si piantò davanti a Gioacchino, dicendo: “Tu non hai diritto di presentare per primo le tue offerte, perché non hai generato prole in Israele…..” Gioacchino ne fu profondamente addolorato….e si ritirò nel deserto ( …a Coziba!). Ed ecco un angelo del Signore le si presentò davanti, dicendo: “Anna Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai, e si parlerà della tua prole in tutto il mondo…..” Giunsero due messaggeri e dissero (ad Anna): “Ecco, Gioacchino, tuo marito, sta tornando con le sue greggi”. Infatti un angelo del Signore era sceso presso di lui e gli aveva detto: “Gioacchino, Gioacchino, il Signore Iddio ha esaudito la tua preghiera: scendi di qui, poiché tua moglie Anna concepirà”. Ecco dunque che Gioacchino giunse con le sue greggi; e Anna stava sulla porta e vedendolo arrivare gli corse incontro e si appese al suo collo….Si compirono i mesi della gravidanza, e nel nono mese Anna partorì”.

Ma vi chiederete cosa sono questi protovangeli? I protovangeli sono documenti che non sono stati riconosciuti ispirati dallo Spirito Santo durante i secoli. Soprattutto nel momento della composizione del Canone della Sacra Bibbia. Ma contengono molte informazioni interessanti e anche di luoghi, persone ed eventi che potrebbero essere stati anche storici. Infatti gli archeologi, storici e studiosi di Bibbia tengono molto in considerazione diversi di questi documenti perché danno a loro conferme, idee, suggerimenti, luoghi, testimonianze e costumi che i testi biblici non danno. Molti films biblici che sono stati prodotti per il cinema o la televisione hanno fatto ampiamente uso di questi testi oltre che a quelli della Bibbia riconosciuta.

 

Il protovangelo di Giacomo (II Sec.) fissa la nascita della Vergine Maria nelle vicinanze del Tempio. Poi c’è anche la Tradizione che dice che Maria nacqua a Nazaret. I pellegrini però già dal V° secolo visitavano alla piscina probatica (ricordate?) la chiesa del Paralitico e di “S.Maria dove essa è nata”. Ci rifacciamo alla Tradizione della Chiesa che si tramandava dai pellegrini e delle prime comunità cristiane che sin dai primi secoli dopo Cristo hanno calcato la Terra Santa.

 

E allora è proprio qui che volevo arrivare. Quando le cose non le si cerca poi vengono da sé. Infatti noi veniamo proprio da S.Anna, il santuario che ricorda la mamma di Maria, la Madonna. A ricordo di queste tradizioni fu nel 476 fondato nel fianco Nord della valle, la chiesa con il monastero della Theotokos appunto. Il monastero sembra un bellissimo intarsio nella roccia sottostante e costruito ai piedi del Wadi. Ed è proprio qui che nel 9° secolo fu fissato il luogo dove s.Gioacchino aveva piantato la sua tenda e digiunato 40 giorni, prima di ricondurre il gregge a Gerusalemme. Infatti nel monastero, tenuto dai monaci Greci-Ortodossi, vi sono ancora antiche pitture che tramandano la scena fino ai giorni nostri con tantissime altre icone di monaci e santi della loro Chiesa. Il monastero poi fu ricostruito nel 1872 nella struttura attuale. Siamo poi scesi a piedi attraversando la gola di roccia e sul costone del Wadi in mezzo alla natura e animali del deserto fino a Gerico. Siamo sboccati sulla piana dell’oasi della Gerico erodiana che qui aveva costruito uno dei tanti suoi palazzi, ora completamente in rovina, per sfuggire ai suoi numerosi nemici. E la storia si ripete e si arricchisce di nuove scoperte.

 

Insomma. Dovunque ti trovi in questa straordinaria terra, scopri nuovi elementi, storie, scavi, leggende, tradizioni che si agganciano e aggiungono alla grande storia dei popoli che hanno calcato questo fazzoletto di mondo. A Gerico non siamo andati a cercare il sicomoro di Zaccheo o la chiesa ricordo del cieco risanato da Gesù. Ci siamo incamminati sulle ripide rampe che salivano ad un altro delle decine e decine di monasteri che abitano questo deserto di Giuda sin dai primi tre secoli dopo Gesù. Da Costantino all’invasione degli arabi, erano popolati da monaci dei quali alcuni vivevano da cenobiti nel recinto di grandi conventi. Altri conducevano vita eremitica in grotte solitarie convertite in celle, ma abbastanza vicine fra loro per permettere ai monaci di riunirsi insieme alla domenica e nelle altre solennità per celebrare i divini uffici in una chiesa comune. Questi grandi eremitaggi si chiamano ancora oggi “Laure”. Nella storia della Palestina dei primi secoli abbiamo mirabili testimonianze e istituzione monastiche. Da qui passarano grandi monaci e figure di santi come: s. Eutimio, S.Caritone, S.Saba, S.Teodosio e tanti altri. Infatti a tutt’oggi ci sono ancora decine e decine di monasteri, grotte e laure in questa parte della Palestina. Alcuni monasteri sono ancora abitati soprattutto da monaci della Chiesa Greco-Ortodossa. Come quello che abbiamo visitato a Gerico: il famoso monastero delle Tentazioni di Cristo. I vangeli, se ricordate, pongono proprio qui in questo deserto i quaranti giorni che Gesù passò da solo. È costruito proprio quasi sulla cima del monte che è roccia pura. All’interno c’è una grande grotta dove di nuovo la Tradizione pone il luogo dove Gesù si ritirava durante questo suo tempo di silenzio. Per prepararsi al suo ministero, al sacrificio e alla lotta quotidiana perché davvero la Vita fosse piena e dignitosa per tutti. Annunciando un Regno di Pace, Salvezza, Giustizia e Amore per tutti. E questa Storia infinita continua fino ad oggi!

 

È proprio da qui che da domani ricominciamo la seconda settimana del ritiro. Dalle tentazioni….per ritemprarsi!

 

P.Daniele Moschetti
Missionario Comboniano