Porte della storia e
Porte della vita

Porte della storia, porte della vita! E’ un pensiero che mi ha sempre accompagnato in questo mio stare a Gerusalemme. Forse perché sono costretto a varcare tutti i giorni almeno due o tre volte le porte principali della città. D’altronde non puoi entrare nella città vecchia se non passi una delle 7 porte della città. Soprattutto a piedi perché la città vecchia è impossibile girarla in macchina.

Quindi tutte le volte che varco una delle porte antiche di Gerusalemme, mi vengono in mente i tanti momenti storici che questa realtà ci racconta, negli ultimi tremila anni, per tantissimi popoli che hanno solcato questo suolo palestinese.

Mi sono tornate alla mente quando Père Fulgence, prete Fidei Donum del Senegal che opera in Burkina Faso in Africa (Fidei Donum = “dono della fede” da una diocesi cattolica africana ad un’altra diocesi di un altro paese africano) nella sua omelia durante il nostro ritiro ha parlato della “porta che nessuno può chiudere” legata al testo biblico dell’ultimo libro della Bibbia: l’Apocalisse.

Il testo dice così:

“All’angelo della Chiesa di Filadelfia scrivi:
Così parla il Santo, il Verace,
Colui che ha la chiave di Davide:
quando egli apre nessuno chiude,
e quando chiude nessuno apre.

Conosco le tue opere. Ho aperto davanti a te una porta che nessuno può chiudere. Per quanto tu abbia poca forza, pure hai osservato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. “ (Ap 3, 7-8)

Questo libro dell’Apocalisse oltre ad essere l’ultimo della Bibbia è anche molto misterioso ed enigmatico per chi non ha particolari conoscenze bibliche.

Apocalisse infatti significa “Rivelazione” ed è stata scritta secondo la Tradizione da S.Giovanni e la sua comunità. E in effetti è difficile anche per noi sacerdoti. Ha un linguaggio criptato ed ha la sua ragione di essere. Racconta ciò che sarà alla fine dei tempi con un linguaggio appunto apocalittico.

Porta della Chiesa di Philadelfia: non è quella degli Stati Uniti d’America ma una delle 7 chiese dell’Asia al quale il Santo (Dio) si rivolge per incoraggiare durante i tempi duri che stavano vivendo. Filadelfia molto probabilmente era situata nella zona dell’attuale Turchia. Molte altre chiese locali fondate da S.Paolo nei suoi numerosi viaggi erano situate in quelle zone. Questo libro viene scritto in un tempo molto tribolato, di turbamenti e violente persecuzioni contro la Chiesa cristiana nascente. Siamo nel tempo di Domiziano o di Nerone verso il 95 d.C. ed è un testo che vuole rialzare e rafforzare il morale delle prime comunità cristiane, il nuovo popolo eletto, che sono appena state decimate da una persecuzione sanguinosa scatenata da Roma e dall’Impero Romano che nel libro viene assimilata alla Bestia, cioè satana, l’Anticristo. E’ quindi un linguaggio in codice quello di questa redazione del libro perché fosse inteso solo dai cristiani stessi. Certo siamo in tempi diversi ma ci sono molte somiglianze e segni interessanti che ci fa dire che questo libro è ancora molto attuale. Una porta importante quella di Filidelfia.

Il testo dell’Apocalisse appena citato fa riferimento alla chiave di Davide, della sua città: Gerusalemme. Torniamo sempre lì. Ricordate? Gerusalemme terrestre e Gerusalemme Celeste!

La Gerusalemme vecchia è racchiusa quasi interamente dentro le mura che conservano i ricordi sacri e più significativi dell’Antico e Nuovo Testamento. Si adagia su due colli separati da una valle in gran parte ricolma che la attraversa. Queste alture, ancora riconoscibili nonostante il sovrapporsi di tante macerie durante il corso dei secoli, corrispondono ai diversi quartieri in cui è divisa la città: quartiere cristiano a Nord-Ovest; quartiere armeno a Sud-Ovest parte settentrionale del Sion cristiano; quartiere musulmano a Nord-Est sul Betzeta e sul Moria con la moschea Omar; quartiere ebraico sui pendii dell’antica valle del Tyropeon. Questa è la suddivisione non così rigida della popolazione nella città vecchia, almeno per alcune zone. Nel corso dei secoli si sono succedute anche altre popolazioni che vi abitavano in alcuni quartiere a loro destinati.

L’attuale cinta della città risale in massima parte al tempo di Solimano il Magnifico (1542); sette porte danno accesso alla città; ad occidente Porta Giaffa o di Hebron (Bab aik-Khalil); a sud la Porta Dung o del Letame e la Porta di Sion; a oriente la Porta dei Leoni o di S.Stefano (Bab Sitti Mariam); a nord la Porta di Erode (Bab az-Zahira), la Porta di Damasco (Bab al-Amud) e la Porta Nuova (Bab al-Giadid).

Vorrei “entrare” quindi in qualche porta che nella storia hanno lasciato un’impronta negli eventi della città. E anche nella Porta Aurea che ora è murata. Poi vorrei invece passare attraverso altre porte che nel mondo sono importanti in un modo o nell’altro e ci danno il senso della Storia dell’Umanità e del suo sviluppo.

Porta Damasco: è un bell’esempio di architettura del secolo XVI. È per gli abitanti arabi il centro più importante della città vecchia. Ad ogni ora del giorno presenta uno spettacolo pittoresco e tipicamente orientale per il continuo andirivieni delle diverse genti. La piazza è oggi dimezzata dal grande scavo fatto non tanti anni fa che ha rimesso in luce, fra altre rovine, la porta adrianea ai tempi della città romana al quale fu dato il nome Aelia Capitolina. Questa porta fu denominata dagli arabi, sin dal VII secolo, Bab al-Amud “Porta della Colonna” a motivo della colonna che s’innalzava dentro la porta fin dal tempo di Aelia Capitolina. È logico che ciò che è visibile oggi non è ciò che invece fu una porta importante sin dai tempi di Erode, cioè prima dell’Aelia Capitolina.

Porta Erode: dagli arabi è chiamata Bab az-Zahira “porta dei fiori” a motivo dell’ornamentazione floreale scolpita su alcune sue pietre. I pellegrini sin dal secolo XV usarono chiamarla Porta di Erode a motivo della vicina casa di stile mamelucco oggi compresa nel recinto del convento della Flagellazione. Ma fu erronemente ritenuta la casa di Erode Antipa, figlio di Erode il Grande.

Porta aurea o d'oro: è situata dentro la Spianata del Tempio, oggi Cupola della Roccia e Moschea Omar. Un grande giardino pieno di verde e alberi e usato solo dai musulmani perché da diversi secoli hanno la “proprietà del luogo”. Infatti vi si accede solo per alcune ore durante la giornata. Il grande recinto che racchiude le due moschee dell’Acsa e Omar sono regolate da diverse porte poste in direzione della città vecchia verso i suk. La Porta Aurea che ora è murata è sul lato orientale e sporge con il proprio muro sulla valle del Cedron o Josaphat, di fronte al Getsemani. La porta conserva molte rovine erodiane, la cupola invece è bizantina con rifiniture arabe. A questa porta, a partire dal IV secolo fu fissato il ricordo del mendicante guarito da Pietro (Atti 3,2). Nel VI secolo vi fu aggiunto il ricordo dell’incontro dei santi Gioacchino e Anna (genitori di Maria) e così via. I musulmani ne murarono il duplice vano e con allusione a Ez 44,1-3 pensano che essa non si riaprirà che alla venuta di Gesù o di un altro personaggio apocalittico. Quindi il giudizio universale.

Porta di non ritorno: è una importante porta sull’Isola di Gorèe in Senegal. Da questo luogo, passato alla storia per il triste commercio degli schiavi, sono partiti milioni di schiavi verso le Americhe per diversi secoli. Fu resa nota anche dal Papa Giovanni Paolo II che nel 1992 la visitò e chiese perdono per questo peccato sociale collettivo. Un movimento umano che ha dato una svolta decisiva a ciò che è oggi il mondo. Il rifiuto della libertà personale e l’uso dell’essere umano per scopi d’interesse economico. Gli africani non erano considerati esseri umani ma bestie da lavoro. Comboni ci ricorderà nel 19° secolo come ancora duecento anni fa anche all’interno della Chiesa non si credeva che i neri avessero un’anima.

Porta delle prigione di Guantanamo: anche questa è una delle vergogne dell’umanità che ha scritto la storia. Eppure questa è una delle porte che sono state aperte da pochi mesi. La dignità umana e la libertà dell’uomo è stata vilipesa e ridotta alla mercè degli aguzzini. Il governo americano era al corrente di ciò che succedeva di grave dentro Guantanamo ma non ha mai voluto dire la verità. Oggi l’amministrazione di Obama riconosce che Guantanamo è stato uno dei livelli più bassi della storia dell’umanità e della democrazia del 21° secolo. Ma quante Guantanamo abbiamo già registrato nel corso dei secoli? E quante ancora non conosciamo……

Porta del campo di concentramento di Auschwitz: sei milioni di ebrei, zingari, omosessuali e altre categorie riconosciute non degne all’esistenza sono state carbonizzate e dissolte nel vento in pochi anni. Per la pazzia e il sogno della razza pura ariana. Soltanto qualche decennio fa. Un olocausto di cui portiamo ancora oggi il segno, la vergogna, il senso di colpa e le influenze sulle politiche internazionali e in Palestina.

Porta di Gaza: Già nella Bibbia migliaia di anni fa, Sansone il forte ebreo e giudice d’Israele che combatteva i nemici Filistei, strappò i battenti e gli stipiti della porta della città di Gaza e lì mise sulle spalle e li portò sulle colline di Hebron (vedi libro Giudici 16, 1-3 ma sarebbe interessante se leggessi tutta la sua storia ai capitoli 13-16). Purtroppo non è stato così durante la recente guerra di Gaza perché le porte di Rafah e le altre erano ermeticamente e ostinatamente chiuse per facilitare un nuovo olocausto di innocenti. Migliaia di persone uccise e una città completamente distrutta. Un crimine di guerra, una lezione violenta e assurda alla quale abbiamo assistito impotenti. Ma a quante Gaza dobbiamo assistere impotenti?

Porta di Chernobyl: una porta delle centinaia di centrali nucleari costruite nel mondo occidentale. Chernobil, durante il regime Russo, passò alla storia come una catastrofe per l’intera Europa. Uno dei tanti esempi conosciuti e dei moltissimi non conosciuti. Quando la scienza opera senza coscienza, c’è solo morte.

Porta dei granai, delle scuole, degli ospedali...: ancora oggi milioni di persone nel mondo non hanno accesso al cibo, all’educazione, alla scuola primaria, alla sanità e soprattutto ai medicinali per debellare malattie per le quali esistono da tempo gli antidoti. Sono olocausti che continuano a mietere vittime a milioni con la morte per fame ma anche con l’esclusione dal mondo globalizzato della cultura, del lavoro, della salute e del futuro.

Porta Santa di San Pietro: una porta della basilica di S.Pietro a Roma che viene aperta solo durante il giubileo, ogni cinquanta anni. A meno di giubilei speciali. Ci sono passati milioni di pellegrini in ricerca sincera della fede e della vita. Ma nella vita ci sono tante altre porte sante da passare quotidianamente.

Porta del Santo Sepolcro: probabilmente una delle porte ed edicole qui a Gerusalemme, più famose al mondo. Il luogo dove milioni e milioni di pellegrini ogni anno passano a pregare e adorare i luoghi dove Gesù è vissuto, patito e morto per poter Risorgere di nuovo. Dal Santo Sepolcro, Gesù uscì senza passare dalla porta. La pietra fu rotolata via dallo Spirito Santo. Una Forza che lui ha donato e lasciato ai primi cristiani per poter continuare a vivere e testimoniarlo senza vergogna e paura. Come la comunità di Filadelfia……. Così come le porte delle prigioni di Pietro e di Paolo incarcerati furono aperte non da mano d’uomo ma da una Forza misteriosa.

Porta del nostro cuore: sicuramente la porta più difficile da aprire o da chiudere. Credo che ognuno di noi conosca il suo cuore e ciò che vi è di più nascosto. Sicuramente come uomini e donne di ogni età storica abbiamo i nostri chiaro-scuri che solo noi conosciamo. Ed è proprio questa la possibilità che noi offriamo a Dio o alle persone che vogliono aiutarci ad aprire la nostra porta. La porta vera è il nostro cuore! Un invito a rigettare la morte, la violenza, la solitudine, le depressioni, i peccati che ognuno di noi vive a livello personale e mondiale. La chiave è solo nostra, nelle nostre mani. Ed è questa la grande Libertà che Dio ci dona. Non ci forza ma ci accompagna a scoprire la Vita in pienezza. “Sono alla porta e busso” e anche “Io sono la Porta….” diceva Gesù. Il nostro cuore è il centro delle nostre decisioni e delle energie vitali che potrebbe scagionare. Positive o negative. Ma ancora sta a noi decidere da che parte stare per costruire una umanità più attenta al nostro prossimo mettendo come opzione fondamentale gli ultimi. Senza dimenticare la Storia dell’Umanità! Che invece regolarmente dimentichiamo! Ripartiamo dagli ultimi!

E così anche per noi, uomini e donne del presente. Per lottare contro le tante porte che nascondono la morte dell’umanità abbiamo bisogno della Forza dello Spirito che solo Cristo può donarci! Forse è stato un viaggio breve attraverso alcune porte e magari anche parziali. Ma credo sufficienti per farci riflettere e camminare con l’umanità ferita con più amore, sentimento, giustizia, pace e solidarietà.

Cristo è risorto davvero! Questo è il saluto che i cristiani d’oriente si scambiano per tutto questo tempo pasquale fino a Pentecoste per poterlo far esplodere in tutto il mondo!
P.Daniele Moschetti
Missionario Comboniano