Perchè? La Bibbia, i Vangeli, sono veramente "Parola di Dio" o sono parola del Magistero della Chiesa?
Si condannano le rivelazioni soprannaturali di questo tempo, in quanto non sono conformi alle dottrine ufficiali, ma si tace sulle tante contraddizioni che non possono avallare la sacralità delle Scritture.Il problema è serio e va risolto oltre la linea del silenzio consueta della Gerarchia Ecclesiastica.

Se ci addentrassimo in un’ analisi libera da qualsivoglia pregiudizio , osserveremmo alcune contraddizioni, tra cui il fatto che l'esame dei testi antichi spesso tradisce una struttura "a strati", paragonabile a quella degli scavi archeologici, quando ogni epoca corrispondeva ad una determinata profondità dello scavo.

Potremmo dire la stessa cosa per i Vangeli.

L'immagine dei testi evangelici scritti di pugno dai discepoli di Gesù o di San Paolo e tramandati fino a noi, grazie all’impegno dei membri della chiesa cristiana risponde in realtà solo ad un cliché del tutto leggendario.

Si possono infatti riscontrare nei Vangeli le seguenti componenti stratificate:

Tradizioni risalenti al messianismo ebraico.

Tradizioni risalenti alle sette cosiddette giudeo-cristiane (in cui possiamo collocare la testimonianza di alcuni seguaci diretti di Gesù), che esistevano originariamente in forma orale o scritta nelle lingue semitiche (aramaico ed ebraico).

Tradizioni orali prodotte dall'insegnamento di Paolo di Tarso, in aperto contrasto coi seguaci diretti di Gesù.

Tradizioni scritte prodotte da seguaci di Paolo di Tarso, che hanno operato in ambienti romani o ellenistici e che hanno scritto in greco.

Correzioni e aggiunte effettuate nel corso dell'opera progressiva di canonizzazione da parte dei Padri della Chiesa.

Ulteriori correzioni e aggiunte successive alle formulazioni teologiche scaturite dal concilio di Nicea, voluto da Costantino nel quarto secolo.

Manipolazioni successive effettuate, nel corso della traduzione dal greco antico alle versioni volgarmente lette nelle lingue moderne.

Ci chiediamo: “Possiamo davvero affermare in coscienza e verità: “E’ parola di Dio”?”

Talpiot... silenzio di Tomba Incredibile ma vero il comportamento inacettabbile tenuto da autorevoli personalità della Chiesa a riguardo della scoperta di una tomba nei pressi di Gerusalemme all'interno della quale sono stati reperiti dieci ossari riconducibili a 2000 anni fa.

Per dare un'idea del problema che intendiamo affrontare ci sembra utile per i nostri lettori riportare qui di seguito un articolo scritto da Enrico Baccarini l'8 Giugno 2009 in ordine a quella che ormai viene impropriamente definita come “La tomba perduta di Gesù”. Baccarini così ha sintetizzato questo evento:

"... Gli ultimi anni ci hanno abituato a rivelazioni epocali, a incredibili scoperte in grado di rivoluzionare il corso della nostra storia o a modificare le nostre credenze. Lo scorso febbraio una nuova bomba è esplosa nel mondo dell’archeologia lanciando i propri dardi infuocati nel già tormentato campo dell’archeologia biblica e della religione. Un mix di fanta-archeologia, unita ad abili tecniche pubblicitarie, hanno fatto gridare a quella che da molti è stata considerata la “scoperta archeologica più importante della storia: il ritrovamento della tomba di Gesù e della Santa Famiglia“. Quale credibilità si può dare ad una affermazione tanto eccezionale. I vangeli quanto le trascrizioni giunte fin dal più remoto passato della nostra religione e della storia ci avevano infatti abituato a conoscere un corso degli eventi diverso da quello recentemente sbandierato a livello mondiale da giornalisti, documentaristi e studiosi. Cristo era asceso al cielo dopo tre giorni dalla sua morte e la Santa Famiglia, intesa come una discendenza terrena del Messia, erano considerate il frutto di speculazioni e distorsioni di una ricerca biblica fuori da ogni canone e rigore scientifico. Dan Brown ci aveva parimenti introdotto, attraverso le pagine del suo celebre romanzo Il Codice da Vinci, a nuove ipotesi interpretative affascinanti, in alcuni casi plausibili ma comunque poste sotto la forma di un romanzo che di storico ha dimostrato aver ben poco.

Autore di questa nuova ri-scoperta è stato il regista di “Titanic” James Cameron , vincitore di ben 11 premi Oscar e, negli ultimi anni, prestatosi al mondo della ricerca storica e archeologica come documentarista attento e scrupoloso. Il suo “The Lost Tomb of Jesus” (La tomba perduta di Gesù), documentario prodotto in esclusiva per Discovery Channel, ha letteralmente imposto a milioni di spettatori la prima presunta prova storica di una sopravvivenza terrena, e di una discendenza reale, di Gesù. Ben presto però ad affondare le convinzioni del regista non è stata la montagna di ghiaccio del Titanic ma il parere di molti e autorevoli archeologi mediorientali e occidentali, come Amos Kloner e padre Michele Piccirillo, che hanno letteralmente dimostrato l’invalidità storico-metodologica, nonché ricostruttiva, delle tesi sostenute da Cameron mentre non sembra parimenti rientrare nel panorama dell’archeologia-patacca, come è stata da molti definita, la scoperta di un seme di dattero germogliato dopo ben 2000 anni e ritrovato durante alcuni recenti scavi condotti presso la fortezza di Masada.