E cominciò a camminare...

“Vi fu poi una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. V’è a Gersualemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l’acqua; il primo ad entrarvi dopo l’agitazione dell’acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto. Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: “Vuoi guarire?” Gli rispose il malato: “Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me”. Gesù gli disse: “Alzati, prendi il tuo lettuccio, e cammina”. E sull’istante quell’uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare.
(Gv 5, 1-9)

Oggi abbiamo celebrato nella piscina Betzaetà o Probatica del vangelo che abbiamo appena letto. Era l’ultimo giorno della prima settimana del ritiro e così l’abbiamo celebrato questo importante momento proprio dentro le rovine della basilica bizantina che fu costruita nel 5 secolo proprio per ricordare questo evento del miracolo della guarigione del paralitico.
In questo tempo vivo qui in Via Dolorosa, nella città vecchia. Vicino c’è la porta dei Leoni (o S.Stefano) una delle più importanti porte ad est della città. Ci ospitano i Padri Bianchi, missionari d’Africa, chiamati così dal loro fondatatore il Cardinal Lavigerie che era contemporaneo di Daniele Comboni. Sono loro che gestiscono il ritiro e questo grande complesso che racchiude non solo le rovine della piscina probatica ma anche quella di una bella chiesa bizantina, una chiesa crociata e tanto altro.
Hanno ricevuto in gestione questo grande edificio e il santuario dal Governo Francese nel 1878. A quel tempo, i missionari pur dedicando le loro energie alla formazione del clero greco-melchita continuarono gli scavi archeologici iniziati da un architetto francese, Mauss. Vengono rinvenute la diga e i due grandi bacini di acqua sommersi da secoli e poi tutto il resto.
Ma andiamo per ordine, per capire come la storia, la politica, le guerre, l’archeologia, le religioni, le Sacre Scritture e la Tradizione, la cultura si intrecciano in un miscuglio complesso ma affascinante allo stesso tempo.
La piscina probatica, chiamata anche Betesda (casa di misericordia) o Bezetha, era già nominata nel 333 d.C. dal Pellegrino anonimo di Bordeaux. Era formata da due serbatoi vicini l’uno all’altro e ambedue circondati tutt’intorno da portici sotto i quali trovavano ricovero, durante il giorno, gran quantità di malati, ciechi, zoppi, paralitici. Proprio come abbiamo letto nel Vangelo.
Nel 1871 i primi scavi portarono alla luce i ruderi dell’antica grande piscina sulla quale furono costruiti, prima la basilica bizantina, poi il santuario crociato di più piccole proporzioni, dedicati alla guarigione del paralitico per ricordare l’evento evangelico.
Fin dai primi tempi in questa valle vi erano riserve d’acqua. Probabilmente una semplice diga raccoglieva l’acqua piovana fluente nella valle per formare un piccolo lago naturale.
In seguito questo lago fu trasformato in serbatoio artificiale (40 mt x 50 mt) con una diga di 6 metri. L’acqua veniva mandata al Grande Tempio di Gerusalemme con un canale aperto. Serviva tanta acqua per le purificazioni dei pellegrini ebrei prima di entrare al Tempio. Quotidianamente venivano al Tempio molte persone ma specialmente nelle grandi feste ebraiche dove arrivavano centinaia di migliaia di pellegrini.
Ed ecco perché c’era prima il lago e poi le piscine artificiali.
Dall’altra parte della Via Dolorosa dove viviamo ora, a 50 mt dalle sue mura, c’era la grande spianata del Secondo Tempio fatto ricostruire da uno dei re più famosi d’Israele, Erode il Grande. Ed è esattamente questo Tempio che oggi gli ebrei nella loro preghiera al Muro Occidentale (o del pianto) chiedono a Dio di far ritornare. Anche perché oggi questa grande spianata con un grande verdeggiante giardino è occupata dai fedeli dell’Islam.
Nel 70 d.C. il Tempio e Gerusalemme vennero distrutti totalmente dai Romani. Nel corso dei secoli questa spianata ha avuto i suoi usi diversi ma dal 691 d.C. fu costruita la moschea della Cupola della Roccia e dell’Acsa che sovrastano e dominano il panorama di oggi. Dopo questa data, ci sono stati vari passaggi storici importanti, come i “famosi Crociati cristiani”, ma sempre una costante di imperi islamici predominanti negli ultimi 15 secoli.

Ai tempi di Gesù il Tempio era pienamente funzionante anche se non totalmente finito e lui stesso quando veniva a Gerusalemme andava spesso al Tempio. Quindi questo suo passaggio in questo luogo è pienamente nel suo stile.
Infatti si è potuto appurare che tra il 150 a.C. e il 70 d., si svilupparono ad oriente della città, delle vasche, un luogo popolare per gli ammalati riservata a loro. Una cisterna, dei bagni e alcune grotte furono adattate a scopi medicali e religiosi.
Dobbiamo ricordare che ai malati, gli zoppi, storpi, paralitici ed tanti altri emarginati era proibito entrare al Tempio perché impuri. Molti erano di Gerusalemme. Spesso erano pellegrini che si erano ammalati nel viaggio, o malati che altri avevano portato e abbandonati lì o malati stessi che venivano da lontano. Una costante li accompagnava: la speranza e il sogno di guarire ed un giorno poter entrare al Tempio. La grotta più grande serviva come cisterna d’acqua e grazie ad una serie di piccoli canali, l’acqua veniva condotta alle sale per l’immersione. Ed è qui che avvenne il miracolo del paralitico!
Sempre al tempo di Erode il Grande viene scavata un’altra vasca, chiamata Birket Israel, a ridosso del muro nord del Tempio. Così a poco a poco le due vasche di Betesda o Betzaetà diventano inutili. Nel 44 d.C. il Re Erode Agrippa, figlio del Grande, costruisce un terzo muro di cinta della città per includere tutto il quartiere di Betzetà. Quindi il muro impedirà lo scorrimento dell’acqua e le piscine vennero riempite per entrare nell’oblio dimenticate per un paio di secoli. Una nuova cisterna verrà costruita più vicina al muro di cinta del Tempio.
Quando gli imperatori di Roma, ricostruiscono Gerusalemme e le danno il nome di AELIA CAPITOLINA (200-400 d.C.), venne costruito, probabilmente da Adriano, su questo posto luogo un tempio dedicato ad Esculapio, dio della medicina. Lo scopo era la profanazione di questo luogo e della popolare credenza degli ebrei che vi fosse in realtà “l’acqua agitata dall’angelo” e che le attribuiva prodigiose virtù terapeutiche.
Nel V secolo con il Patriarca Giovenale (427-458) viene costruita una lunga basilica bizantina. La navata poggiava sopra la diga centrale, rafforzata a sua volta da una serie di sette arcate di sostegno costruite nella vasca sud. Il coro della basilica si prolungava fino ai luoghi delle guarigioni. Di questa basilica sono state ritrovate le absidi, le basi delle colonne e il mosaico del martyrion. La basilica era dedicata alla Madonna della Probatica, unendo il ricordo della guarigione del paralitico alla Tradizione Cristiana dei pellegrini che affermavano che qui è nata Maria, la Madonna, figlia di Gioacchino e Anna.
La basilica fu in gran parte distrutta dai Persiani nel 614 d.C.. Restaurata dal monaco Modesto, conobbe un periodo fiorente al tempo di Carlo Magno. In questo tempo si parla di numerosi conventi di monache e sacerdoti. La basilica viene di nuovo distrutta dal Califfo Hakim verso il 1010 d.C. I crociati non trovano che rovine quando entrano in Gerusalemme nel 1099. Nel 1130 costruiscono una chiesa romanica per un monastero di suore benedettine. E questa chiesa viene dedicata a s.Anna, madre della Madonna, che tuttora ammiriamo per la sua sobria eleganza e vi pongono quindi la “casa natale di Maria”.
Nel 1192 il Sultano Mamelucco, Saladino, riconquista Gerusalemme. La chiesa viene trasformata in scuola di diritto Coranico, Salahiye. Fu lasciata in abbandono sotto il nuovo ImperoTurco/Ottomano che si instaurò nella città dal 1517 fino al 1917. In tutto questo tempo la chiesa continuava a ricevere la visita di numerosi pellegrini cristiani che venivano da tante parti d’Europa.
Alla fine della guerra di Crimea, nel 1856 le autorità Ottomane fanno dono al Governo Francese di ciò che restava di questi luoghi. Era un segno di “gratitudine” che l’Impero dava alla Francia per l’aiuto prestato durante la guerra lontana mille miglia da questa città e che”ristabiliva” equilibri politici e militari europei.

E da qui ritorniamo all’inizio della nostra storia e del mio scritto. Nel 1878, il Governo Francese concede l’affidamento del sito ai padri Bianchi appena arrivati in Palestina e che fino a quel momento gestivano per conto della nazione d’oltralpe questi luoghi. E nel centro del cortile svetta a tutt’oggi la bandiera francese.
Questa è una dei tanti edifici e possedimenti di Gerusalemme del territorio Palestinese ancora in mano alla Francia. È zona logicamente giuridicamente franca per lo Stato d’Israele.
E mi fermo qui con la storia che ho cercato di sintetizzare ma parlare di oltre duemila anni in poche righe è un’impresa davvero ardua. Ed è proprio questa complessità di vari elementi fondamentali, storici ed umani che volevo farvi notare. L’uomo ha scritto questa storia con le guerre, le dominazioni e i cambiamenti culturali e religiosi. Oggi portiamo tutte le conseguenze di questi eventi e passaggi epocali.
Dio costruisce la Sua Storia di Salvezza attraverso i tempi e persone che si rendono docili allo Spirito.
E Dio cominciò a camminare con l’uomo…..non solo il paralitico! Cominciando proprio da lontano, nella Mesopotamia, terra di Abramo e padre delle tre più grandi religioni del mondo, le religioni del libro: Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Ma tutte passano da questo ombelico del mondo: Gerusalemme. E la storia di Dio e dell’uomo continua.
E venne ad abitare in mezzo a noi. Nella profezia di Isaia leggiamo “Ecco la vergine partorirà un figlio e che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi” (Is 7,14; Mt 1,23).
Erano queste le riflessioni e i pensieri che volevo condividere con voi durante questa celebrazione vissuta in questo stupendo luogo di storia e di vita vissuta da milioni di persone. Gesù passò in mezzo a malati, storpi e zoppi. Agli emarginati del suo tempo. Erano luoghi, persone e strade che frequentava abitualmente nella sua vita missionaria. Non escludeva nessuno ma amava teneramente chi soffriva profondamente l’esclusione dalla Vita, quella Vera. Sia quella fisica che spirituale. Ho pensato al paralitico che da ben 38 anni era malato. E a quella domanda piena di senso e di futuro: “Vuoi guarire?” (Gv 5,6). Spontaneamente ho risposto anch’io insieme al paralitico. Sì lo voglio! Tutti siamo “paralazzati” in qualche area della nostra vita. E il paralitico aveva aggiunto che non aveva nessuno che lo immergeva nella piscina quando le acque si “agitavano”. Allora proviamo a leggere la nostra vita e la nostra storia. Probabilmente troveremo qualche area che ancora dobbiamo aprire alla Storia dello Spirito, per diventare storia dell’umanità.
E da allora fino ad oggi milioni di “pellegrini della Vita” in tutto il mondo hanno cominciato a incamminarsi per scoprire le loro paralisi, la propria storia, le proprie origini, il loro futuro e ciò che ci lega a “questa terra così benedetta, così maledetta”!

p.Daniele Moschetti
Missionario Comboniano