Martedì, 07 Luglio 2009 09:10

La tomba di Talpiot - Talpiot Tomb

Scritto da
Vota questo articolo
(0 Voti)

Talpiot... silenzio di Tomba Incredibile ma vero il comportamento inacettabbile tenuto da autorevoli personalità della Chiesa a riguardo della scoperta di una tomba nei pressi di Gerusalemme all'interno della quale sono stati reperiti dieci ossari riconducibili a 2000 anni fa.

Per dare un'idea del problema che intendiamo affrontare ci sembra utile per i nostri lettori riportare qui di seguito un articolo scritto da Enrico Baccarini l'8 Giugno 2009 in ordine a quella che ormai viene impropriamente definita come “La tomba perduta di Gesù”. Baccarini così ha sintetizzato questo evento:

"... Gli ultimi anni ci hanno abituato a rivelazioni epocali, a incredibili scoperte in grado di rivoluzionare il corso della nostra storia o a modificare le nostre credenze. Lo scorso febbraio una nuova bomba è esplosa nel mondo dell’archeologia lanciando i propri dardi infuocati nel già tormentato campo dell’archeologia biblica e della religione. Un mix di fanta-archeologia, unita ad abili tecniche pubblicitarie, hanno fatto gridare a quella che da molti è stata considerata la “scoperta archeologica più importante della storia: il ritrovamento della tomba di Gesù e della Santa Famiglia“. Quale credibilità si può dare ad una affermazione tanto eccezionale. I vangeli quanto le trascrizioni giunte fin dal più remoto passato della nostra religione e della storia ci avevano infatti abituato a conoscere un corso degli eventi diverso da quello recentemente sbandierato a livello mondiale da giornalisti, documentaristi e studiosi. Cristo era asceso al cielo dopo tre giorni dalla sua morte e la Santa Famiglia, intesa come una discendenza terrena del Messia, erano considerate il frutto di speculazioni e distorsioni di una ricerca biblica fuori da ogni canone e rigore scientifico. Dan Brown ci aveva parimenti introdotto, attraverso le pagine del suo celebre romanzo Il Codice da Vinci, a nuove ipotesi interpretative affascinanti, in alcuni casi plausibili ma comunque poste sotto la forma di un romanzo che di storico ha dimostrato aver ben poco.

Autore di questa nuova ri-scoperta è stato il regista di “Titanic” James Cameron , vincitore di ben 11 premi Oscar e, negli ultimi anni, prestatosi al mondo della ricerca storica e archeologica come documentarista attento e scrupoloso. Il suo “The Lost Tomb of Jesus” (La tomba perduta di Gesù), documentario prodotto in esclusiva per Discovery Channel, ha letteralmente imposto a milioni di spettatori la prima presunta prova storica di una sopravvivenza terrena, e di una discendenza reale, di Gesù. Ben presto però ad affondare le convinzioni del regista non è stata la montagna di ghiaccio del Titanic ma il parere di molti e autorevoli archeologi mediorientali e occidentali, come Amos Kloner e padre Michele Piccirillo, che hanno letteralmente dimostrato l’invalidità storico-metodologica, nonché ricostruttiva, delle tesi sostenute da Cameron mentre non sembra parimenti rientrare nel panorama dell’archeologia-patacca, come è stata da molti definita, la scoperta di un seme di dattero germogliato dopo ben 2000 anni e ritrovato durante alcuni recenti scavi condotti presso la fortezza di Masada.

La storia del “ritrovamento” avvenuto lo scorso Febbraio non è infatti di questi giorni ma risale a ben 27 anni fa quando durante i lavori di costruzione di alcuni palazzi a Talpiot, sobborgo di Gerusalemme a pochi chilometri dal Santo Sepolcro, fu rinvenuta da alcuni operai una grotta di 2000 anni contenente 10 urne funebri. Nel documentario di Cameron, co-firmato dal documentarista Simcha Jacobovici, si sostiene che la grotta avrebbe ospitato gli ossari di Gesù di Nazareth, della Vergine Maria e di Maria di Magdala, detta la Maddalena, oltre quelle di un certo Giuda, il figlio che secondo molte correnti di pensiero e di ricerca moderne sarebbe nato da un legame fra Gesù e Maria Maddalena. Vera o no che sia la tesi di Cameron il destino del sito sembra aver trovato maggior gloria delle tesi riportate in auge dal suo moderno scopritore. Secondo il Jerusalem Post, una commissione di indagine voluta dall’Autorità delle Antichità israeliane e dal comune di Gerusalemme vorrebbe, a breve, aprire il sito al turismo di massa e consacrarlo quindi indirettamente come nuovo luogo di interesse storico della nazione di Israele.

Il forte scetticismo dimostrato da molti archeologi pesa però sempre di più e inesorabilmente sulle reali basi storiche all’origine di questa scoperta.

Tra i primi detrattori troviamo Amos Kloner lo studioso che nel 1980 guidò i lavori nella cripta. In numerose interviste rilasciate ai maggiori network mondiali Kloner ha ritenuto poco plausibile “che Gesù e i suoi avessero una tomba di famiglia. Erano della Galilea, senza legami a Gerusalemme, mentre la tomba di Talpiot apparteneva a una famiglia della classe media del primo secolo dopo Cristo“. Per Kloner i nomi riportati sulle urne trovate a Talpiot, estremamente comuni nella Palestina di 2000 anni fa, sono stati trovati in molte altre tombe rinvenute nei decenni passati in numerosi siti archeologici, etichettando quindi la tesi sviluppata nel documentario come “una assurdità“.

Padre Michele Piccirillo, dal 1973 alla guida degli scavi francescani in Terra santa e direttore dell’istituto di archeologia di Amman, ha liquidato con la frase “… un chiaro esempio di mala-archeologia” il ritrovamento tardivo della presunta tomba di Gesù e della sua famiglia. “Siamo davanti a un errato uso della archeologia - dichiara - che dalle nostre parti ma anche altrove, impera per far colpo magari a sfondo turistico, o se vogliamo, per alimentare delle cattiverie contro la Chiesa. Non c’è nulla di scientifico in questo ritrovamento“.
Anche Padre Piccirillo commenta che i nomi rinvenuti sulle urne trovate a Talpiot erano molto comuni 2000 anni fa e sono stati trovati anche in altri cimiteri. Secondo Piccirillo, archeologo tra i più stimati in tutto il Medio Oriente, è alquanto “fantasioso pensare di trovare tombe a Gerusalemme appartenenti a persone provenienti dalla Galilea“. “Ogni anno - conclude - siamo di fronte a qualche ritrovamento “importante”: prima la tomba di Haifa, poi quella di Giacomo, adesso quella di Gesù. Il fatto è che quando arrivano notizie di questo tenore dalla Terra Santa vengono subito gonfiate dai giornali. Ma sono solo cose commerciali senza nessun fondamento scientifico“. Vorremmo aggiungere alle parole di Padre Piccirillo la scoperta, avvenuta negli ultimi mesi del 2006, della presunta grotta da cui secondo la tradizione Giovanni Battista avrebbe impartito i propri insegnamenti.

Non sempre però la “mala-archeologia” partorisce mostri informi privi di continuità storica e di realtà oggettiva. Ricordiamo proprio come, attraverso le pagine di ARCHEOMISTERI, lo scorso anno avessimo pubblicato a nostra firma un lungo studio su la dinastia dei Desposini, parenti collaterali del Cristo sopravvissuti alle persecuzioni romane, e protrattasi per i successivi quattro secoli. A tale riguardo storici come Eusebio di Cesarea ci forniscono notizie quantomeno dettagliate a riguardo, ricordandoci anche come una delegazione composta da almeno trenta Desposini fosse giunta a Roma al soglio di Papa Silvestro per reclamare il primato della Chiesa di Gerusalemme su quella di paolino-romana. La realtà storica di questa dinastia “collaterale”, pur se taciuta e non pubblicizzata, ci viene confermata dai documenti storici e dagli stessi scritti dei padri della Chiesa.

Per quanto riguarda invece le vicende del regista di “Titanic” James Cameron, questi ha difeso strenuamente il suo controverso documentario, principalmente in una conferenza stampa indetta a New York lo scorso febbraio dove sono stati portati e “svelati” due degli ossari al centro delle polemiche.

«Sono un cineasta, non un archeologo», ha sottolineato Cameron che ha detto di essersi inizialmente avvicinato alla materia «da profano, e di essersi convertito: non ho trovato niente che contraddicesse l’ipotesi iniziale». Purtroppo però la sua formazione da cineasta e non da archeologo ha pregiudicato a detta di molti quel rigore metodologico fondamentale per una produzione di questo tipo. «Chi ci critica non ha visto il film, non ha letto il libro che lo accompagna», ha detto il giornalista investigativo canadese Simcha Jacobovici, che ha collaborato al progetto e che è stato inseguito dalle polemiche dopo la conferenza stampa di New York. «Ogni cristiano sa che Gesù è il figlio di Dio e che è morto e risorto il giorno di Pasqua», ha invece affermato Joseph Zwilling portavoce dell’Arcidiocesi di New York, «… nessun presunto test del Dna o un film di Hollywood cambieranno questo fatto».

“La tomba perduta di Gesù” è stato proiettato lo scorso 4 marzo sul canale televisivo inglese Discovery Channel e, nei 59 minuti della pellicola, si è teso a riesaminare i resti archeologici riportati alla luce nel 1980 e sottoposti, in seguito, a una serie di analisi tra cui test del Dna di materiali umani rinvenuti negli ossari. Il documentario racconta inoltre gli studi effettuati da un’equipe di scienziati, archeologi, esperti di statistica e di genetica, su la contraddittoria decina di ossari rinvenuti durante i lavori di costruzione del complesso condominiale a Talpiot. Secondo Jacobovici, le analisi statistiche hanno stimato che le probabilità che quelle ossa non siano appartenute a Giuseppe, Maria, Gesù, Maria Maddalena e ad un figlio di Gesù, sono inferiori ad una su cento. Dalle prove del Dna, poi, è emerso che tra i resti attribuiti a Gesù e quelli attribuiti alla Maddalena non vi erano legami di sangue, rafforzando l’ipotesi che i due sarcofagi appartenessero a una coppia di coniugi. Poco dopo la loro scoperta, hanno ricordato Cameron e Jacobovici alla loro conferenza stampa newyorchese, «le ossa furono nuovamente sepolte in un luogo consacrato, come vuole la tradizione ebraica». Ma i progressi della scienza genetica - ha aggiunto Jacobovici - permettono oggi di realizzare analisi del Dna anche partendo da minuscoli residui, dalle polveri lasciate da quelle ossa.

Le ultime informazioni emerse lo scorso Aprile da studiosi come Amos Kloner tenderebbero a confermare l’ipotesi della strategia mediatico-pubblicitaria; “…vogliono soltanto ricavarne dei soldi” è stato il suo ultimo secco commento. Aspri anche i commenti degli esponenti religiosi e della comunità scientifica da molte parte del globo. “Le prove storiche, religiose e archeologiche dimostrano che il luogo dove il Cristo fu deposto è presso la Chiesa della Resurrezione“, ha detto Attallah Hana, prete Greco Ortodosso di Gerusalemme. Anche Stephen Pfann, studioso della Bibbia presso l’università di Terra Santa a Gerusalemme e studioso intervistato nel documentario, preferisce non dare troppo peso alla scoperta. “Non credo che i Cristiani ci cadranno“, ha detto, aggiungendo di non essere neppure sicuro che il nome di Gesù sia stato letto correttamente sull’incisione: “Più probabilmente si tratta del nome Hanun“.

L’intrigante dibattito non sembra ancora aver cessato la propria corsa, ulteriori aggiornamenti si susseguiranno nei prossimi mesi, a seguito anche di ulteriori prove che lo stesso Cameron afferma di non aver ancora pubblicizzato. Il mondo scientifico osserva e prepara le proprie armi, ovviamente testi e documenti in un paese purtroppo ancora martoriato da una guerra disastrosa, per comprovare definitivamente la sola natura mediatica del materiale prodotto. “Ai posteri l’ardua sentenza”, affermava Manzoni tra le pagine del suo più bel romanzo. Solo il futuro, e nuove scoperte, potranno aiutarci a comprendere un filone che sembra ogni giorno riservarci sempre nuove sorprese..."

La nostra opinione

Come abbiamo potuto notare questa scoperta ha sicuramente irritato e non poco le Autorità Ecclesiastiche anche quelle chiamate in causa per la loro competenza archeologica relativa alla Terra Santa.

A nostro avviso una reazione così odiosa ha sicuramente destato non pochi sospetti su quanto possa essere avvenuto in termini di accordi riservatissimi, fino a decidere di cementare questa tomba e chiudere il discorso addebitando l'evento alla solita voglia di scoop e di pubblicità.

Non mettiamo in dubbio che la Chiesa abbia espletato ogni adempimento finalizzato a chiarire scientificamente la realtà di questa scoperta, tuttavia nessuno ha escluso in termini categorici e di percentuali che vi sia anche una benché minima ipotesi che gli ossari fossero riconducibili alla famiglia di Gesù.

Abbiamo voluto investigare personalmente su tale evento, ricavandone un bel po' di quesiti che vogliamo rappresentare ai nostri lettori perché tale circostanza ci sembra meritevole di ulteriori approfondimenti.

Ci siamo fatti tuttavia una nostra idea personale che si distacca nettamente da quanto sostengono Cameron e Jacobovici.

Infatti chi come noi crede nella Presenza viva del Signore sulla terra, ritiene che Gesù dopo essere stato posto nel sepolcro in qualche modo da quel sepolcro uscì.

E pertanto non crediamo nel modo più assoluto che le ossa conservate sotto il suo nome appartenessero realmente a lui.

Non possiamo tuttavia accettare la risposta della Chiesa e di altre figure competenti che hanno liquidato il fatto sostenendo che i nomi di Giuseppe, Maria, Gesù, Maria Maddalena ed altri, fossero molto diffusi in quel tempo, se non per la semplice constatazione che l'averli ritrovati tutti insieme nella medesima tomba rende assai improbabile una mera casualità.

Abbiamo inoltre ricavato da documenti storici del diritto romano che l'area destinata all'epoca all'esecuzione delle pene per mezzo della crocifissione era di unica pertinenza dello Stato e pertanto in tale area non poteva coesistere alcuna proprietà privata.

Dalle Scritture risulterebbe invece che ad una distanza di pochi metri dalla crocifissione di Gesù vi fosse un sepolcro di proprietà di Giuseppe D'Arimatea, il quale ottenne da Pilato il permesso di prendere il corpo di Gesù e riporlo in detto sepolcro

Su questo punto le osservazioni da fare sono molteplici nel senso che si è sempre sottolineato che l'iniziativa di Pilato violò di fatto tutte le leggi previste per i condannati a morte, e in tal senso appare poco credibile che nel concedere un permesso che avrebbe esposto la sua stessa Autorità a pesanti critiche, addirittura gli adempimenti e le cure per la sepoltura di Gesù avvenissero sotto gli occhi di tutti, gente del popolo nonchè le stesse guardie al servizio di Pilato.

Ne consegue che appare più verosimile l'idea di un sepolcro di proprietà privata che fosse distanziato dall'area destinata alle esecuzioni delle pene, e di qui prende corpo l'ipotesi che la scoperta della tomba di Talpiot possa realmente essere stata donata da Giuseppe d'Arimatea alla famiglia di Gesù.

Ora come spiegare la presenza di ossa che secondo Cameron e Jacobovici dovrebbero essere appartenute al Signore?

A nostro parere la cosa non stupisce più di tanto.
Infatti è noto che il sepolcro fu trovato vuoto: Gesù o salvato o risorto non solo non c'era più ma si ripresentò in carne ed ossa ai suoi stessi apostoli.

Non si può pertanto escludere che qualcuno pensando che si fosse salvato e ritenendolo in pericolo, ricercato, si fosse premurato di mettere successivamente nell'ossario i resti di un'altra persona.
Sappiamo della recente scoperta di documenti attestanti un fitto scambio di lettere tra Pilato e altre autorità anche religiose, poichè nessuno era convinto che Gesù meritasse una condanna a morte.
E se a Giuseppe d’Arimatea fosse stato consegnato un corpo esangue ma ancora vivo...?

Ci rendiamo ben conto che qualora si avvalorasse l'ipotesi che la tomba di Talpiot fosse realmente appartenuta alla famiglia di Gesù dovrebbero essere riviste molte verità che in Terra Santa alimentano la Fede di milioni di pellegrini.

Ma quali sono queste verità?

A pensarci bene non sarebbe sconvolta la verità essenziale, cioè quella che Gesù non rimase in alcun sepolcro.

Verrebbe invece sconvolto il business del culto, nel senso che si dovrebbe dire ai fedeli di tutto il mondo che il sepolcro posto all'interno della Chiesa della Resurrezione non è quello dove fu portato il corpo di Gesù dopo essere stato deposto dalla croce.

E forse andare a sconvolgere una realtà fisica che produce fiumi di denaro può avere determinato la reazione del tutto inadeguata a questa scoperta.

Ci siamo recati sul posto nel quartiere di Talpiot e con stupore abbiamo constatato che l'ingresso a questa tomba è stato cementato e che il sito è all'interno di un complesso residenziale e passa del tutto inosservato.

Non solo, ma essendo questa tomba molto grande non si è esitato a costruirvi sopra delle belle palazzine.

Le ossa reperite al tempo delle scoperta risultano essere state riseppelite secondo la tradizione ebraica.

Quello che di più ci ha sconcertato sono state le risposte dei residenti ai quali abbiamo chiesto come mai questo reperto archeologico è stato così volgarmente cementato nonostante abbia scatenato aspre polemiche e imposto fulmineamente inquietanti silenzi.

Abbiamo avuto l'impressione di essere in un quartiere siciliano controllato dalla mafia.
Omertà assoluta.
Mezze parole che tradivano pesanti timori.

Solo una persona, un ebreo, apparentemente colto, ci ha detto:
“Ma chi ve lo fa fare? Non ci tenete alla vostra vita? Ascoltate il mio consiglio, lasciate perdere questa storia, è una brutta storia.”

Siamo andati anche a cercare spiegazioni presso i Custodi di Terra Santa.
Si sono mostrati poco cortesi, irritati, e nessuno di loro ha voluto darci una benché minima risposta se non frasi del tipo: “Con questi scoop ci togliete i pellegrini”.

E per noi la risposta vera è stata questa.
Infatti qui i pellegrini valgono oro e la Fede dei pellegrini sembra essere proprietà privata.

E dunque riteniamo di avere più che un motivo per riproporre questa circostanza e come al solito chiedere che sia fatta luce su quanto, a nostro avviso, non è stato mai chiarito.

Un altro argomento che la Chiesa ha adottato per escludere che questa tomba fosse riconducibile alla famiglia di Gesù è il considerare che loro erano persone della Galilea, povere e che pertanto non potevano permettersi una tomba di famiglia, nè per loro poteva esserci alcuna ragione per avere una tomba proprio a Gerusalemme.

Dunque non è possibile per la Chiesa che Giuseppe D'Arimatea benché avesse trovato il sepolcro vuoto, essendoci comunque stato il corpo di Gesù, donò questa sua proprietà alla famiglia del Giusto?

Quanto a Gerusalemme, per dei parenti che hanno subito nel proprio ambito una così ingiusta crocifissione, destinata peraltro a non essere dimenticata nella storia dei secoli, ci sembra che questo possa essere un più che valido motivo per accettare come tomba di famiglia la stessa che vide le Sacre Spoglie.

Di certo la presenza di tutti i nomi che comunque fecero parte della famiglia di Gesù merita un'attenzione che ci auguriamo possa scaturire oggi dall'avere noi riproposto un problema che non può essere liquidato con quattro battute irrispettose e che pongono inquietanti sospetti.

Ci piacerebbe che i nostri lettori esprimessero i loro commenti sulla vicenda che qui abbiamo pubblicato.

Descrizione foto:

1. Tomba di Talpiot;
2. Tomba di Talpiot con incisione dell'ultima apertura 2005;
3. Ambiente circostante la tomba di Talpiot;
4. Giuseppe d'Arimatea;
5. Mappa del sepolcro;
6. James Cameron;
7. S. Jacobovici nell'interno della tomba;
 
Commenti
 
Enrico D'Angelo

Cari amici, sono tante le espressioni di sorpresa che verrebbe da usare di fronte a questo nuovo dilemma che Gabriella ci pone, e subito dopo un consiglio alla prudenza. Ma so pure, da quel po’ che ho potuto apprendere su di lei, che suggerirle o intimarle la prudenza, magari per paura di ritorsioni o altro, non è un consiglio che si può dare a Gabriella. Il crescendo esponenziale della lotta sarebbe assicurato, anche all’avversario. Quindi che fare? Se ha deciso tale direzione di ricerca, qualche elemento in mano e di sicura solidità ce l’ha già. Oltre alla sua fede incrollabile. Non resta che seguirla e vedere dove ci porta. Certo la sua convinzione che – qualora la tomba di Talpiot venga dimostrato essere stata il vero Santo Sepolcro – le ossa trovatevi con il nome di Gesù possano solo essere uno stratagemma adottato dopo la Crocefissione e la Resurrezione per sviare di nuovo i sicari del Sinedrio non fa una piega. Ricordiamo, per chi ci crede, che Gesù è risorto, e quindi è vivo. Ma anche qui le indicazioni di Gabriella non si fermano, e sembrano scaturire con tale serenità da apparire subito quanto meno verosimili. Ripetiamo la più… stupefacente, e che forse andrebbe urlata: Gesù non morì ma evidentemente fu rianimato, da Giuseppe d’Arimatea, o da chi con lui era strumento di Dio che evidentemente non poteva permettere la morte di suo Figlio, e che quindi aveva fatto sì che Pilato gli consegnasse il corpo, e non il cadavere di Gesù, distaccato dalla croce perché, ufficialmente, venisse sepolto. Ma da lì, e su questo noi credenti siamo tutti d’accordo, Gesù uscì comunque vivo! Gabriella lei è una forza della natura!
Enrico D’Angelo

Papalina Rossa

Coraggiosissima Gabriella, il Signore attraverso questo articolo, ha avuto pietà di me, della mia anima, accogliendo le mie preghiere, affinchè, prima o poi, si tornasse a discutere della tomba di Talpiot.
Fu in realtà la molla per cui decisi di rifare il mio fagottello e salutare i luoghi che furono e sono di Gesù, ma che continuano ad essere profanati da comportamenti che annodano le congetture umane e quanto diviene immancabilmente materia di Satana.
Io non so di cosa lei, cara signora, sia entrata in possesso, so però che qualcuno entrò in possesso di ciò che avalla, indiscutibilmente, l'opinione che lei ha espresso su tale evento.
Resista ed abbia Fede.
Stolti saranno coloro che non comprenderanno che lei sta difendendo l'Eterno, il Nostro Signore Gesù Cristo, che tornato tra i popoli per volontà del Padre, a quell'epoca trovò chi, in qualche modo, tentò di sviare l'attenzione su di Lui, onde scongiurare il ripetersi di un nuovo scempio del Figlio di Dio.
Lei ha tolto di mano il Gesù Vivente ai dissacratori, e vedrà che la nostra Chiesa le sarà grata, prima o poi.
Che Dio la benedica.

Mario

Scusate l'ignoranza, ma se fosse confermata l'opinione della signora Carlizzi, quale sarebbe il problema?
In fondo la scoperta è recente, quindi il Vaticano potrebbe pure dire che, in buona fede, hanno creduto che il Sepolcro di Gesù fosse in un posto e poi, invece, ci si è spostati di due o tre chilometri.
Sinceramente sarebbe meglio chiarire bene questa vicenda, invece che lasciare nel dubbio tutti i pellegrini che vanno al Sepolcro, ma ormai sanno che è possibile che il Sepolcro sia un altro. Scusate il mio italiano, ma come vi ho detto non ho studiato.

Missionari nel mondo

Signora Gabriella, una proposta: perchè non si unisce a noi?
Vede, noi pensiamo che per evangelizzare il mondo ci sia veramente bisogno di chi, come lei, veste panni laici e da investigatrice e quando poi cattura l'imbroglio, con fermezza sembra dire: "Fermi tutti! Giù le mani da Gesù!"
Immaginiamo quanto siano arrabbiati il regista e il giornalista, ma vede lei, in un colpo solo, è riuscita a vanificare il loro scoop diabolico, ha interpretato, secondo noi, molto bene questa vicenda e in tutta franchezza auspichiamo che l'Autorità Ecclesiastica premi il suo coraggio e la sua Fede.

Luisa

Sono italiana e per ragioni di ricerca, vivo da molti anni a Gerusalemme e ho seguito molto da vicino la storia della tomba di Talpiot. Come ricercatrice, posso confermare che, nei luoghi di esecuzione delle pene, non poteva assolutamente esserci un Sepolcro di una proprietà privata. Detto questo, l'opinione della signora Carlizzi andrebbe presa in seria considerazione, proprio per rispetto del Gesù Risorto.
Se poi volessimo analizzare le conseguenze da un punto di vista finanziario, potremo anche far capire alla Chiesa, il vantaggio di un nuovo luogo Sacro, che vedrebbe anche questo milioni e milioni di pellegrini.
Signora Gabriella, forse lei non lo sa, ma se è vero che la sua vita è in pericolo, è anche vero che lei gode della stima di moltissime persone, anche religiosi, a cui manca solo la forza di esporsi al suo fianco.

Suor Paola

Ho fatto leggere l'articolo a tutte le mie consorelle e la nostra spontanea reazione, è stata quella di recitare un Gloria al Padre, e pregheremo tanto perchè in Talpiot sorga un nuovo Santuario, a testimonianza che la Chiesa di Gesù Risorto cresce, grazie a chi, come la signora Gabriella, nel riscattare talune verità diverse, in buona fede, da ciò che si è creduto, non scalfisce minimamente la propria Fede, anzi riesce a rafforzare quella di chi segue la sua Missione.

Antonietta

Ho avuto la gioia, mi creda grande, di visitare la Terra Santa pochi mesi fa.
Ho ripercorso con mio marito tutti i luoghi dove, secondo le Scritture, Gesù è passato nella gioia e nella sofferenza. Ed è arrivato anche il giorno in cui abbiamo ripercorso la Via Crucis, e non le nascondo, siamo stati un po' distratti da tutti i negozi e richiami dei venditori a fare acquisti di souvenir.
Qualcuno di essi parlava italiano e fermandoci, per invitarci al suo negozio, ci diceva che era mussulmano e che da tanti anni vedeva tanta gente che, devota, percorreva questa strada e quasi con derisione mi chiedeva: “Ma davvero credete che siano proprio queste le pietre toccate da Gesù?”.
Andammo via e, dopo un primo istante di dispiacere, realizzai che nella mia Fede cosa poteva cambiare se quelle mura fossero anche state costruite il giorno prima?
Questa lunga premessa, e mi scuso, per dire che se tutto quello che ipotizza la signora Gabriella su Talpiot si certificasse come reale, cosa cambierebbe nella nostra Fede?
Non ne saremmo forse arricchiti? Aggiungeremmo un importante ulteriore tassello nella nostra conoscenza storica di Gesù. Ma cosa cambierebbe nei Miracoli, nelle Grazie che crediamo il Signore abbia concesso alle nostre vite? La ringrazio signora Gabriella e spero di poter visitare presto anche la tomba di Talpiot in un mio futuro secondo viaggio in Israele.

Emanuele

Lei è il mio eroe! Me lo conceda! Ho seguito tutti i suoi tg ed articoli, con molto interesse e sconcerto. Interesse per l'argomento trattato e sconcerto per la forza della semplicità che traspare dal suo sguardo e dalle sue parole.
Tutta la ricostruzione che lei propone, mi trova pienamente concorde e mi sembra alquanto realistica e logica. Come poteva un privato, e per di più facente parte del Sinedrio, come Giuseppe d'Arimatea, avere la sua proprietà privata nella medesima circoscritta area di esecuzione delle pene?
Non sarebbe come se, in uno degli stati americani dove è ancora presente, a pochi metri dal luogo ove è “posta” la sedia elettrica, pena capitale anch\'essa, vi fosse la tomba di famiglia, per esempio, del Reverendo Jackson?
Correggetemi, se sbaglio.
Con grande stima.

Maurizio

Le scrivo per ringraziarla del modo in cui sta trattando un argomento così spinoso come quello della tomba di Talpiot.
Qualche anno fa, scoprii su internet di questa tomba e di quello che il regista Cameron fece.
Certo, i suoi propositi non sembravano avere il minimo interesse spirituale, ma piuttosto materiale e demolitivo nei confronti di una Fede che, se anche non condivisa, merita almeno rispetto e pudore in tutti i suoi aspetti.
Gesù è stato, è e sempre sarà, una figura fondamentale indelebile tra credenti e non. Il Suo valore, condivisibile o no, in tutti gli aspetti umani, è incancellabile. Per questa ragione mi disinteressai del lavoro portato avanti da costui ed altri.
Oggi, piacevolmente, ho riaperto le porte allo “studio” di questa tomba, che tanto mi colpì.
Seguirò con molta attenzione la sua investigazione, in barba al regista, e chissà chi altri, si permettono di trattare in modo volgare un momento della Vita di Gesù.
Sì, vita, perché Gesù, come ipotizza lei, forse era vivo e comunque è vivo nella Resurrezione, tanto da essere toccato in carne ed ossa dall\'apostolo Tommaso!
Buon lavoro!'

Luca39

La tomba di Talpiot è una vicenda misteriosa. La scoprirono all\\\'inizio degli anni ottanta, poi per venti anni non si seppe più nulla, fino a quando nel 2005 all'improvviso, e senza alcuna autorizzazione un famoso regista americano riapre per girare un documentario. Come è possibile, che in venti anni archeologi, studiosi della Bibbia, teologi, non abbiano riaperto il caso della tomba di Talpiot? E lo abbia ripreso invece un regista americano in cerca di clamore?

Romolo

Salve a tutti, leggo per la prima volta in questi giorni di questa scoperta archeologica, che risale , comunque, a molti anni fa. Da ignorante in materia, mi viene da riflettere molto sulla "casualità" che compaiano molti nomi della famiglia di Gesù nelle iscrizioni. Sebbene così comuni, come pare fossero all\'epoca, possibile che si siano trovate tante tombe con lo stesso numero di nomi e gli stessi nomi? Sembra incredibile. Ma se anche fosse, non potevano dedicare più tempo allo studio di questa e delle altre tombe, o almeno dedicargli un sito archeologico, invece di costruire case? Scusate, forse appare una domanda sciocca, ma vorrei capire meglio. Grazie dell\'attenzione.

Davide

Una domanda varrebbe la pena di porsi:
- ma perche tutte queste scoperte \"rivoluzionarie\" per la chiesa cattolica vengono fatte da massoni-ebrei (Cameron)?
sempre e solo coincidenza ? :)
ciao a tutti'

Armandino da Norcia

Mi domando, signora Gabriella, come fanno alcuni degli studiosi interessati a questa tomba,a rispondere con tale certezza che questo luogo non può avere nulla a che vedere con Gesù? E se in un prossimo futuro dovesse uscire qualche documento, o più di uno, che possa testimoniare che quel luogo è proprio quello che si è pensato di scartare? Forse prevedono il futuro? Con rinnovata stima, Armandino

Gabriella Carlizzi

A Papalina Rossa
Come vede Eminenza, il Signore vede e provvede, perché la mia azione di indagine e denuncia di quanto sono venuta a scoprire, è stata compresa appieno da molti, e alcuni hanno già espresso qui la loro gioia e solidarietà, così come ha voluto fare lei. Giustamente, mi sembra quasi di sentirle dire, sono duemila anni che Satana tenta di sbranare Gesù, sin dal giorno della strage degli Innocenti, ma sono anche duemila anni – possiamo aggiungere – per lui di sonore sconfitte, anche se purtroppo ancora volge la sua rabbia dovunque gli venga consentito. E’ assai confortante Eminenza che lei abbia dato con due parole una definizione lampante a quanto mi sono proposta, ma relativamente ad un riconoscimento della Chiesa, questo sembra già in atto, lei, Suor Paola, i Missionari e gli altri amici siamo già parte della Chiesa, e non certo eretici, ma figli fedelissimi

Gabriella Carlizzi

A Mario
Chiarire. come suggerisce lei, è proprio quello che abbiamo cominciato a fare portando all’attenzione di tutti tale realtà, ma come avrà letto su questa rubrica, e avrà certo modo di leggere su tanti altri siti internet che si occupano della Tomba di Talpiot e di quant’altro comunque connesso, la cosa, per ora, non è proprio tanto semplice. I problemi connessi, anche se si formasse una volontà da parte della Chiesa di procedere serenamente in tale accertamento, rimarrebbero, e già si può dire che sono di carattere scientifico, religioso, storico, politico, e altro ancora.

Gabriella Carlizzi

A Missionari del mondo.
Grazie di cuore per la bella proposta, ma vedete bene che siamo già uniti: abbiamo un’unica fede, lo stesso amore per Gesù, per il trionfo della Verità, per la lotta in nome di un ideale comune; e proprio in questo poi siamo uniti dall’intuizione che anche Papalina Rossa, così come voi e altri, oggi ha ben espresso: qui stiamo togliendo il Corpo Vivo di Gesù dalle mani dei dissacratori d’ogni risma! Anzi, già solo l’aver qui denunciato con il loro nome i fatti di cui parliamo, smascherato le intenzioni e scoperti i luoghi, beh non è poco, anzi è già l’inizio della sconfitta per la Bestiaccia che manovra e sta sempre dentro ogni luridume. Naturalmente non è certo finita perché qui ci vogliono preghiere solenni e lotta senza quartiere.'

Gabriella Carlizzi

A Luisa
Mia cara, nell’attuazione, il cammino che lei come altri, indica, diciamolo pure, è tutt’altro che semplice. Ma l’averlo intrapreso condurrà a conquiste continue e irreversibili. La questione finanziaria è certo il collante diabolico che comprime i cuori a tanti, ma il potere di conversione di Gesù Cristo Vivo è travolgente. Quanto ai pericoli, la vita di ciascuno di noi è sempre pacificamente solo nelle mani di Dio.

Gabriella Carlizzi

A Suor Paola
Cara Sorella proprio così, quella della Fede che non si scalfisce ma si fortifica è la prova. Quando il popolo Israeliano, gli Ebrei comprenderanno intimamente che Gesù, vero Ebreo, ha portato l’antica Promessa, di cui il suo popolo è da sempre depositario, a tutta l’umanità, di certo in quel condominio, dopo i loro giusti accertamenti, faranno a gara per ospitare degnamente tale Sepolcro.

Gabriella Carlizzi

Per Antonietta
La semplicità delle sue parole parla per tutti noi. Ma veda, quei mercanti della Via Dolorosa, mussulmani o solo miscredenti che siano, pensano ad un Gesù morto, che non c’è più, e quindi possono dire sarcasticamente “ma lei crede davvero che Gesù abbia toccato queste pietre”. E infatti loro pensano alle pietre percorse allora da Gesù che forse davvero non ci sono più, come pure tante pareti che lo hanno visto tra loro. Ma costoro non sanno, evidentemente, che qui parliamo di un Gesù Vivo, che “mediante la fede” nostra vive da duemila anni accanto a chiunque di noi che “non indietreggia”. E Gesù che quindi percorre ora le nostre stesse attuali pietre.',

Gabriella Carlizzi

Per Emanuele
Emanuele, non esageriamo, non è proprio il caso, quei Missionari allora cosa sono? E Papalina Rossa? Lo immagina lei da quando in Terra Santa ha iniziato la Via Crucis che poi lo ha ricondotto in Italia che prove sta affrontando, e per quante ragioni, cui adesso si è andata ad aggiungere, come se già non bastassero, questa sua espressa paterna solidarietà alla mia lotta? Le sue altre considerazioni mi trovano ovviamente d’accordo e non disperiamo che piano piano riusciremo a far breccia presso chi di dovere.

Gabriella Carlizzi

A Maurizio
Che Gesù sia stato visto, anzi incontrato Vivo, dopo l’esperienza del Sepolcro pare che ci trovi tutti – almeno noi cristiani – d’accordo. Che fosse vestito, e magari con una bella tunica bianca di lino come si addiceva al suo rango, lo diamo per scontato al di là delle innumerevoli immagini che in venti secoli lo hanno rappresentato dopo la Croce. Che tanti santi lo abbiano visto e toccato, pare questo pure accertato. Che poi la sua morte sia stata invece una Non Morte – ad esempio come la Dormizione di Maria –, mentre aspettiamo che la Chiesa se lo riterrà si pronunci, il pensarlo da parte di chi lo ritiene possibile, meditando sull’amore infinito di Dio per il Suo Figlio prediletto, o anche sulla squisita constatazione che morte vuol dire inizio di corruzione mentre resurrezione significa interruzione e inversione istantanea di tale processo, non vedo come il Figlio di Dio possa in sé vedere iniziare, anche per un solo istante, o per qualche giorno, un processo che sappiamo tutti essere scaturito dal Peccato Originale e quindi estraneo per definizione a Gesù.

Gabriella Carlizzi

A Luca39
L’ansia di uno scoop clamoroso o di un guadagno notevole o – potrebbe essere un’ipotesi alla moda – l’essersi prestato per una manovra destabilizzante della solita massonica provenienza, hanno ottenuto il risultato che noi siamo qui a parlarne. Le vie del Signore sono infinite, sembra banale, ma forse anche stavolta il Signore, se questo era il suo piano, si è servito dell’avidità o dell’ambizione di un uomo già ricco e famosissimo per fare esplodere un caso. Che poi in un paese di antica civiltà, di cultura, anche archeologica, d’avanguardia, un intero sistema funerario venga occultato, ignorato, anzi ci si costruisce attorno e sopra un bel condominio, sembrerebbe paradossale se non fosse che in questo sito i defunti sepolti portavano nomi ebraici ma di interesse specialmente cristiano. A Roma, a Parigi, dovunque la sovrintendenza avrebbe sospeso i lavori, e accertato l’interesse archeologico in sé, non solo per la potenziale qualità degli occupanti della tomba, ma anche se la tomba fosse stata vuota e senza iscrizioni. A Gerusalemme, in un preciso momento e spazio, per ebrei e cristiani sembra invece che sia morta la cultura, la storia e la religione.

Gabriella Carlizzi

A Romolo
Anche per lei valgono le considerazioni espresse con Luca sulla curiosa superficialità dell’amministrazione ebraica che sorvola su un sito archeologico, addirittura murandolo e costruendoci sopra un intero complesso di abitazioni, come avrebbero fatto dei comuni speculatori al tempo del sacco delle città italiane del dopoguerra.

Letto 1195 volte Ultima modifica il Mercoledì, 04 Aprile 2018 13:48

1 commento

  • Link al commento Davide Giovedì, 15 Ottobre 2009 00:41 inviato da Davide

    Egr. Sig.ra Carlizzi,
    io diffido nella misura più assoluta di tutto ciò che proviene da Israele. Troppe volte mi sono trovato di fronte a cose che si sono poi rivelate dei falsi fabbricati con lo scopo di dare scandalo e vendere cimeli opera di abili falsari.
    Troppe volte nel passato recente mi sono trovato di fronte a fantasie assurde create con lo scopo di minare la fede dei cristiani. La più nota é quella del \"codice Da Vinci\", che non meriterebbe alcun accenno se non fosse per quanto è stata pompata. I cristiani dovrebbero rendersi conto che sui dettagli della vita di Cristo (luogo e data di nascita, luogo e data di morte) regna un mistero perfettamente voluto e legittimo; chiunque abbia avuto il privilegio di sollevare qualche velo deve impegnarsi a custodirlo. Esattamente come l\'Arca dell\'Alleanza, scomparsa alla vista dei comuni mortali ma difficilmente distrutta, é nascosta ed è un gran bene che sia così, anche il Corpo di Cristo, se fosse rinvenuto (cosa che ritengo molto difficile che possa succedere) deve subire, per il bene dei critiani tutti e non solo, lo stesso destino. Come il Sacro Graal e altre cose.
    Tuttavia, se vi fosse qualcosa di vero, spero che la Chiesa sappia trovare la forza di combattere i mercanti di reliquie e altri profanatori che sollevano in me il disgusto più totale. Ma la Sig.ra CArlizzi sa molto meglio di me che le spoglie possono, in teoria, finire preda di persone ben peggiori...

    Rapporto

Lascia un commento

Assicurati di aver digitato tutte le informazioni richieste, evidenziate da un asterisco (*). Non è consentito codice HTML.